A Gaza stiamo tagliando le poche garze rimaste per ricavarne altre sempre più piccole. Molti dei nostri pazienti hanno bisogno di medicazioni quotidiane, ma la portata degli aiuti è insufficiente e le scorte di materiali stanno finendo. Con condizioni di vita al limite, ci vorrà molto tempo perché le loro ferite possano rimarginarsi.

Nonostante i proclami seguiti al cessate il fuoco, le forniture alimentari e mediche nella Striscia non entrano come dovrebbero. La quantità di aiuti non basta a colmare i bisogni della popolazione, che continua a soffrire la fame, tra distruzione e assenza di servizi essenziali.

Alla tregua non è seguita un’adeguata catena di distribuzione degli aiuti e a farne le spese sono anche le nostre attività sanitarie”, come racconta la nostra infermiera Eleonora Colpo, dalla clinica di EMERGENCY ad Al Qarara, un’area centrale tra le più affollate, dove migliaia di persone sotto le tende attendono l’inizio dell’inverno senza mezzi per vivere.

La risposta umanitaria a Gaza è ancora gravemente insufficiente ad affrontare la crisi umanitaria.
Chiediamo l’ingresso e la distribuzione degli aiuti necessari per alleviare la sofferenza della popolazione civile.

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