“Solo il 10% della popolazione della Striscia ha accesso ad acqua pulita. La disponibilità media è di appena 3 litri a persona al giorno, molti sono costretti a scegliere se bere, cucinare o lavarsi.”
A Gaza gli acquedotti sono stati distrutti dalle bombe e con la mancanza di carburante i desalinizzatori di acqua ancora in piedi non possono entrare in funzione per trasformare l’acqua marina in acqua potabile.
“Alcune famiglie si ingegnano come possono per depurarla in autonomia, spesso però si ritrovano a bere acqua salata o contaminata, con gravi conseguenze per la salute. 1 litro di acqua dolce è arrivato a costare 5 dollari.”
Tra gli sfollati, stipati in tende sovraffollate, dilagano patologie e infezioni dovute alle pessime condizioni igienico-sanitarie: nella nostra clinica, 1 paziente su 5 soffre di malattie correlate alla scarsità e alla cattiva igiene dell’acqua, come gastroenteriti o scabbia.