La tregua è un grande traguardo che abbiamo atteso con ansia, ma purtroppo non significa che tutto sia finito – commenta Francesco Sacchi, capomissione di EMERGENCY a Gaza –. I problemi generati da quindici mesi di violenza sono enormi, la situazione umanitaria è disastrosa e prima di poter raggiungere la normalità sarà necessario un cammino lungo e difficile. Anche il ritorno nel Nord della Striscia per chi ha dovuto abbandonare le proprie case in questi mesi sembra davvero difficile perché gran parte del territorio è stato completamente distrutto dai bombardamenti”.

Da quando EMERGENCY è entrata all’interno della Striscia di Gaza, nell’agosto 2024, ha assistito all’aggravarsi della situazione umanitaria giorno dopo giorno. All’interno della clinica i medici e infermieri di EMERGENCY che supportano lo staff palestinese della ong locale CFTA (Culture & Free Thought Association), ad al-Mawasi nella cosiddetta ‘zona umanitaria’, assistono ogni giorno pazienti e a volte intere famiglie che hanno patologie dell’apparato respiratorio e patologie della pelle, dovute alle gravi condizioni igienico sanitarie, conseguenze della vita in tende e baracche sovraffollate.
Oltre l’80% del territorio della Striscia è infatti stato sottoposto a ordini di evacuazione e circa il 90% della popolazione vive in tende e sistemazioni di fortuna.

Alla notizia del raggiungimento della tregua, centinaia di persone si sono riversate per le strade vicino alla nostra clinica e a casa: bambini, adulti, con grida, fischi, clacson di automobili, ma purtroppo sentiamo ancora tante esplosioni in lontananza – racconta Eleonora Colpo, infermiera di EMERGENCY nella Striscia di Gaza –Auspichiamo che questo accordo permetta un maggiore ingresso di aiuti umanitari nel territorio della Striscia perché fin dall’inizio abbiamo riscontrato quotidianamente difficoltà nel far entrare beni di prima necessità quali cibo e acqua, ma anche medicinali e strumenti con cui fornire alla popolazione l’assistenza sanitaria necessaria.

Per questo EMERGENCY prosegue la sua attività di assistenza sanitaria di base nella clinica in cui sta già lavorando ad al-Mawasi, e aprirà la prossima settimana anche una nuova clinica nell’area di al-Qarara dove offrirà primo soccorso, stabilizzazione di emergenze medico-chirurgiche e trasferimento presso strutture ospedaliere, assistenza medico-chirurgica di base per adulti e bambini, attività ambulatoriali di salute riproduttiva e follow up infermieristico post-operatorio.

15 gennaio 2025

Gaza: EMERGENCY sulla possibile tregua tra Israele e Hamas

Se approvata, la proposta di una tregua per la sospensione delle ostilità a Gaza costituirebbe il primo vero passo per porre fine a una guerra che, nell’arco di oltre 15 mesi, ha causato più di 47.525 morti, 117.168 feriti e 1.9 milioni sfollati.

Dall’ingresso di EMERGENCY a Gaza, il 15 agosto 2024, il nostro team internazionale ha verificato l’aggravarsi giornaliero della situazione umanitaria in questo territorio, in particolare per la difficoltà di accedere alle cure per la popolazione palestinese. Solo il 47% degli ospedali sono al momento parzialmente funzionanti (17 ospedali su 36).

Inoltre, l’arrivo dell’inverno ha aggravato le condizioni socio – sanitarie all’interno della Striscia, nella quale temperature rigide e forti piogge stanno mettendo a rischio la sopravvivenza della popolazione sfollata, circa il 90%, che vive in tende e sistemazioni di fortuna.

Le difficoltà riscontrate non riguardano solo l’accesso alle cure e a farmaci essenziali ma anche a tutti i beni di prima necessità come acqua pulita, cibo, carburante. Anche portare aiuti all’interno della cosiddetta “area umanitaria” è tuttora difficilissimo a causa della chiusura progressiva di tutti i valichi di ingresso nella Striscia.

Anche la sicurezza degli operatori umanitari è messa in pericolo quotidianamente, in violazione del diritto internazionale. Dall’inizio del conflitto sono stati uccisi oltre 363 operatori.

Ancora una volta, la popolazione civile è la prima vittima della guerra e ne subisce, inerme, gli effetti.

Sin dall’inizio del conflitto EMERGENCY ha chiesto un cessate il fuoco, l’avvio di corridoi umanitari adeguati e la liberazione degli ostaggi e di tutti i prigionieri, tra cui centinaia di minori.

EMERGENCY lavora da sempre in zone di guerra e in trent’anni di attività ha costruito ospedali e curato vittime dirette e indirette. Continuiamo a vedere, ad oggi, effetti di guerre concluse anni fa: la ritirata dei militari non significherà, infatti, la fine delle sofferenze. La tragedia sociale e umana della guerra continuerà e la ricostruzione di una semi – normalità sarà un percorso lungo e difficile.

L’idea di una tregua è un primo e importante passo per far tacere le armi, le bombe e la violenza e rispettare il diritto internazionale, per mettere al primo posto la sicurezza e i diritti della popolazione civile.

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