Stanotte alle 1.40 italiane a Deir al-Balah, zona al Centro della Striscia di Gaza, è stata bombardata una casa abitata da una famiglia di almeno 6 persone. A pochi metri dalla guest-house di EMERGENCY.
Ci sono vittime ma non sappiamo con certezza quante.
“Siamo stati svegliati improvvisamente da un forte boato dovuto al bombardamento della casa adiacente alla nostra. Per quello che sappiamo, ci abitava una famiglia con quattro bambini, ma non conosciamo il reale numero delle vittime perché abbiamo solo visto le ambulanze portarli via. I bombardamenti sono andati avanti per tutta la notte e sono diminuiti solo da poco”, racconta Francesco Sacchi, Capo progetto di EMERGENCY nella Striscia.
Al momento il nostro staff sta provvedendo a rimuovere le macerie cadute durante il bombardamento nell’ingresso esterno, che stanno bloccando l’uscita di veicoli e persone.
“Non abbiamo ricevuto dalle autorità nessun avviso dell’imminente attacco. Nessuno è al sicuro all’interno della Striscia di Gaza. Continuiamo a chiediamo il rispetto dei civili e un cessate il fuoco definitivo.”
25 Agosto 2025
“I nostri colleghi gazawi stanno scomparendo sotto i nostri occhi”
“A., infermiere gazawi di 23 anni, mi ha raccontato com’era Gaza prima. Eravamo seduti, a un certo punto si è messo a saltellare, dicendomi che era bellissima. Mi ha mostrato le foto del giorno della sua laurea: una sala piena, con tutta la sua famiglia e i suoi amici. Tutti infermieri neolaureati. Mi ha detto che metà di loro, ora, non ci sono più.”
Il pensiero di Amanda Prezioso — infermiera del nostro progetto nella Striscia, tornata da poco in Italia — è ancora lì: con i volti smagriti, i vestiti troppo abbondanti, i nostri colleghi sanitari e non sanitari a Gaza con cui lavoriamo ogni giorno.
“I nostri colleghi gazawi stanno scomparendo sotto i nostri occhi. Ogni tanto si siedono, hanno lo sguardo nel vuoto, giramenti di testa, si muovono lentamente. Vivono in tenda, non sempre riescono a raggiungere la clinica. Si ammalano.”
La debolezza profonda provocata dalla malnutrizione, la paura di morire, di perdere all’improvviso uno o più familiari sfollati da tempo, la continua preoccupazione per il futuro dei propri figli. Siamo testimoni ogni giorno degli effetti che la tragedia umanitaria di Gaza infligge anche alle operatrici e agli operatori umanitari gazawi che hanno scelto di prendersi cura della loro gente.