“È il momento di tenere l’attenzione viva”.

I bisogni della popolazione a Gaza restano altissimi: la nostra clinica è affollata di persone in cerca di cure, anche per i loro bambini malnutriti. Vediamo circa 1.500 persone a settimana. Ma “l’ingresso di aiuti è a singhiozzo, non la svolta che speravamo, facciamo ancora fatica a reperire alcuni farmaci”, racconta Alessandro Migliorati, Capo progetto di EMERGENCY nella Striscia.

Il fragile cessate il fuoco a Gaza è stato un primo fondamentale passo per la sopravvivenza dei palestinesi, di Gaza, ma la situazione umanitaria e sanitaria è ancora drammatica.

La fame è ancora a livello “catastrofico” secondo le Nazioni Unite, perché nella Striscia “non c’è abbastanza cibo”: le tonnellate di aiuti in entrata sono ben al di sotto dei bisogni. In media, nella Striscia di Gaza ne entrano circa 750 tonnellate al giorno, contro un obiettivo stimato di circa 2.000 tonnellate al giorno da parte del Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite.

“Non ero completamente preparato a ciò che ho visto. Nessuno può esserlo. L’entità della devastazione sembrava il set di un film distopico. Purtroppo, non è finzione”, ha detto nelle ultime ore Andrew Saberton, vice direttore esecutivo dell’United Nations Population Fund (UNFPA).

La realtà è davanti a noi, ma il mondo sembra già voltarsi altrove. Non distogliamo lo sguardo da Gaza.

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